“Solo chi ha un caos dentro di sé può generare una stella danzante”.
Sin dai tempi del liceo, quando ho sentito per la prima volta questa frase di Nietzsche ho pensato che qualche possibilità l’avessi anche io. E sì perché di una cosa sono sempre stata certa: il caos dentro di me! Ma come si diventa stelle danzanti? Andiamo con ordine.
Prima di tutto che cos’è una stella danzante? Adesso non ricordo esattamente cosa intendesse Nietzsche, però obiettivamente una stella è un corpo celeste che brilla di luce propria. Bello! Chi non vorrebbe brillare di luce propria? Ma questo bagliore è l’effetto delle reazioni chimiche che avvengono all’interno della stella a temperature elevatissime.
Allora prima conclusione: per essere una stella e brillare di luce propria ci serve un fuoco che bruci dentro di noi.
Secondo punto: cosa vuol dire “danzante”? Quando pensiamo alla danza immaginiamo un corpo, celeste o umano, ma comunque un piccolo agglomerato di atomi dotato di massa, che rimane in movimento seguendo il ritmo di una melodia al trascorrere di un tempo più o meno noto. Di solito c’è un’armonia tra il suono e il movimento, ma quest’armonia è il risultato dell’interazione tra vari fattori che possono essere campi di forze oppure duri allenamenti, dedizione, rinunce. Quindi seconda conclusione: “danzanti” non si nasce, ma si diventa e non senza fatica.
Ad esser sinceri le osservazioni espresse sin qui le avevo già intuite quando ero al liceo, ma per tanti anni la domanda a cui ho cercato una risposta è stata: Come? Come si diventa stelle danzanti?
La risposta non è detto che sia una sola, ma di certo il Mental Coaching rappresenta una soluzione molto efficace.
Quasi per caso, esattamente un anno fa, ho partecipato ad una giornata di formazione sul Mental Coaching. Così ho avuto il piacere di conoscere l’organizzazione Mental Training Italy e soprattutto di partecipare alle attività proposte da Alberto Biffi, Albertina Pretto e Matteo Noè. Dopo quella giornata ho deciso di iniziare il mio percorso di formazione per diventare Certified Mental Coach e ho avuto il privilegio di essere accompagnata proprio da Albertina Pretto e Matteo Noè, con la supervisione di Alberto Biffi.
Finalmente, attraverso le tecniche del Mental Coaching ho potuto razionalizzare e dare forma alle mie idee sulle stelle danzanti, che ciascuno di noi può diventare. Innanzi tutto, avere degli obiettivi che siano importanti per noi, che diano significato e senso alla nostra stessa esistenza: è questo il fuoco che deve ardere dentro di noi e che ci farà brillare. In realtà tutti abbiamo degli obiettivi solo che a volte capita di non riuscire a distinguerli e capire bene cosa vogliamo per noi. Il Mental Coaching per prima cosa ci aiuta a trovare la consapevolezza di quello che ci serve per accendere la nostra stella. Inoltre, le varie tecniche di allenamento mentale ci aiutano a non fermarci di fronte agli ostacoli e agli imprevisti che possiamo incontrare. In questo modo, quasi senza accorgercene, ci mettiamo in movimento e ci troviamo a danzare. Ma soprattutto il Mental coaching ci aiuta a scoprire che, mentre siamo in movimento dobbiamo imparare a godere dell’aria che arriva sul viso, dello sforzo che compiamo per librarci in aria e della leggerezza che arriva subito dopo, quando ci lasciamo cadere per poi disegnare un nuovo e ancora più bello passo di danza.
Forse la musica non possiamo sceglierla, ma la coreografia sì. Con quello che abbiamo con le nostre capacità, talenti, punti di forza e di debolezza. Così il bicchiere non è mezzo vuoto e neanche mezzo pieno. Sì, perché non è il bicchiere che dobbiamo guardare, ma il suo contenuto. Quello che c’è. Così com’è. E giocarci le nostre carte, per il giro di danza che ci è stato concesso. Le varie tecniche del Mental Coaching possono aiutarci a migliorare la visione che abbiamo di noi stessi e a trovare la nostra direzione nel mondo. Infatti, il Mental Coaching ci aiuta a trasformare i nostri desideri in obiettivi e pianificare una roadmap con azioni ben determinate, tenendo conto degli eventuali ostacoli che si potrebbero incontrare e di come superarli.
Una tecnica che ho trovato molto utile per me è quella che riguarda la comunicazione e il dialogo interno. Senza rendermene conto ero molto severa con me stessa e non mi perdonavo nessuna défaillance. Anche di fronte ai successi c’era sempre qualcosa che avrei potuto fare meglio. Questo mi portava a rimuginare molto, togliendomi molte energie. Ho imparato a bloccare i pensieri negativi e a modificarli in modo razionale e positivo, restando nel momento presente.
Anche nel mio lavoro, quelle che uso di più sono le tecniche di comunicazione. Una relazione educativa autentica con le studentesse e gli studenti è per me un vero e proprio strumento di lavoro. Per questo cerco di utilizzare sia il dialogo che la comunicazione non verbale per cercare di sintonizzarmi con ognuno di loro.
Inoltre, per me è ormai inevitabile utilizzare i principi del Mental Coaching nel mio lavoro di insegnante, soprattutto con gli studenti più fragili, che spesso si trovano, già così piccoli (12/14 anni) a pensare di non essere in grado di avere buoni risultati nello studio.
Diventare (?) Certified Mental Coach è stata per me un’importante opportunità per trovare alcune risposte che cercavo dai tempi del liceo e allo stesso tempo una nuova sfida per i miei progetti futuri.