Recensione del volume “Mindset – cambiare la forma mentis per raggiungere il successo” di Carol Dweck edito da Franco Angeli nel 2006
Sono stato incuriosito da alcune citazioni riguardanti questo libro, lette nella tesi di un amico e collega qualche tempo fa, così l’ho chiesto in prestito per leggerlo.
Voglio iniziare questa recensione citando una frase della prefazione dell’edizione italiana in mio possesso, che a qualcuno, specialmente in chi si trova addentro all’ambiante del Coaching, potrebbe sembrare una banalità, ma che a mio avviso ben riassume il punto di vista dell’autrice: “Sempre più evidenze confermano che il nostro sviluppo e le modalità per realizzare al meglio il nostro potenziale sono frutto di una “pratica deliberata” e che quindi la nostra “crescita” non si interrompe, ma continua nel tempo. … noi (vale a dire il nostro corpo insieme al nostro cervello e alla sua funzionalità fisiologica e anatomica) siamo ciò che diventiamo grazie a ciò che scegliamo o non scegliamo di fare o di pensare.” P. 9
Il libro si concentra quindi sull’evidenziare la differenza tra i due mindset che l’autrice ha potuto meglio delineare attraverso varie ricerche, chiamati mindset statico e mindset dinamico e sul modo in cui questi possano riuscire ad influire sulla nostra esistenza. Addirittura, nel corso della lettura scopriremo quanto, secondo Carol Dweck, uno degli aspetti meglio predittivi del nostro successo sarebbe la nostra forma mentis e per dimostrare questo verranno presi in considerazione vari ambienti e condizioni tipiche del vivere comune come lo sport, il mondo aziendale le relazioni personali.
Infine, potremo trovare qualche consiglio su come modificare la propria forma mentis per poter meglio affrontare le sfide quotidiane, le difficoltà nella vita, sul lavoro e nello sport: “Bruce Jenner, medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1976 per il decathlon, dice: “Se non fossi stato dislessico, probabilmente non avrei vinto i Giochi. Se avessi saputo leggere meglio, le cose mi sarebbero state facili…e io non avrei mai saputo che il modo per avere successo nella vita è lavorare sodo”. P. 108