A volte sento dire che fare lo studente universitario è facile, che non è stressante, che può fare ciò che vuole e che si diverte e basta. Quello che posso dire, dal mio punto di vista privilegiato di Docente in diversi Atenei Milanesi è che fare lo studente è una professione. Questa affermazione non è una affermazione di poco conto perché provate a compilare qualsiasi questionario di profilazione dove viene chiesta la professione se trovate la voce studente…
Dico questo perché da questa affermazione seguono molte considerazioni. Possiamo partire da quello che è un po’ per tutti questo periodo e cioè un cambiamento epocale delle professioni e dei consumi. Tutte le professioni sono cambiate, e quella della studente? Mettetevi nei panni di uno studente se non lo siete e considerate che lo studente oggi fruisce delle lezioni on line, vive lo studio in un contesto diverso dal solito (prevalentemente la sua casa) lontano da quello universitario, ha dovuto cambiare la sua routine quotidiana nello studio fatta di punti fermi, vive lontano dagli altri studenti con azzeramento delle attività collaterali.
Come ha reagito a tutto ciò lo studente?
In questo periodo sono rimasto in contatto con gli studenti sia per il fatto di aver insegnato in diversi corsi sia perché mi occupo di sport universitario. Ebbene ci sono state diverse reazioni quelle più frequenti sono state la difficoltà di riprendere il ritmo dello studio.
In tutte le professioni è importante l’aspetto mentale e lo studio è la massima espressione. I primi feedback che ho avuto all’inizio sono stati che giornate intere per gli studenti sono state inconcludenti, con difficoltà di concentrazione e distrazione da parte dei familiari e così via. Poi c’è stata la svolta a due vie, da una parte studenti che hanno analizzato la loro produttività in termini di studio giudicandola molto bassa malgrado maggiori ore di studio e con una concentrazione valutata al 50-60%. Questo gruppo dotato delle famose soft skill con chiari gli obbiettivi ha svoltato nel trovare un nuovo modo di allenamento mentale. Risultato ne è stato che ha raggiunto gli obbiettivi superando anche le aspettative.
Cosa è successo dell’altra parte di studenti?
E’ rimasta in mezzo al mare facendosi cullare qua e la e ha lasciato gli ormeggi nell’attesa che passase il tutto e dunque ha frequentato le lezioni in maniera passiva e non si è spinto a capire come superare le difficoltà e come risultato ha avuto parecchie difficoltà di performance agli esami con stati d’ansia notevoli.
Cosa ci insegna tutto ciò?
Che nelle prestazioni di ognuno di Noi, soprattutto per lo studente è importante la parte del contenuto e nel nostro caso lo possiamo tradurre nello studio, che è importante la parte fisica e l’inattività fisica porta ad un irrigidimento e conseguente precoce affaticamento e che è importante l’allenamento mentale per gestire le emozioni nelle prestazione dello studio funzionali poi ai risultati degli esami.
Alberto Biffi