Ripensavo al primo evento territoriale che organizzai una volta finito il corso con cui raggiunsi la qualifica di Certified Mental Coach e il risultato di quell’evento avrebbe potuto essere considerato da chiunque, e anche da me stesso una sconfitta. Capiamo come andò e perché quello che per tanti sarebbe stato un fallimento non lo fu per me: una sconfitta ha solo lati negativi o può addirittura averne di positivi?
Per prima cosa è fondamentale, per poter entrare nel vivo di questo discorso, fare una panoramica per conoscere le varie tipologie di obiettivo e quanto essi, a seconda della categoria alla quale appartengono, sono più o meno sotto il nostro diretto controllo.
Possiamo categorizzare gli obiettivi in tre tipologie: obiettivo di risultato, obiettivo di performance e obiettivo di processo. L’obiettivo di risultato si riferisce all’esito finale di una competizione, di una trattativa o di un intero percorso di studi (esempio: vincere il campionato regionale nel mio sport). Stiamo parlando di un obiettivo a medio-lungo termine e all’interno del quale entrano in gioco diversi fattori, che vanno oltre le nostre azioni o decisioni: ci possono essere decisioni e azioni dei nostri avversari o competitor e quelle dei nostri compagni di squadra; a volte entrano in gioco le condizioni climatiche o atmosferiche, le condizioni del campo di gioco; addirittura, le culture delle persone chiamate in causa durante le azioni che portano al risultato stesso. E tutti questi fattori ci sono o possono esserci indipendentemente da quale sia la competizione, il lavoro o l’obiettivo finale al quale aspiriamo. Va da sé, evidentemente, che su un obiettivo appartenente a questa categoria, proprio in funzione dei molteplici fattori che possono influenzare il risultato, il livello del nostro controllo sull’esito finale sarà molto basso.
L’obiettivo di performance fa invece riferimento a quella che è la nostra prestazione all’interno della competizione, trattativa o percorso di studi, sempre per rimanere sugli esempi fatti in precedenza (esempio: segnare il 90% dei tiri liberi nel basket). In questo caso i fattori chiamati in causa durante le azioni che influenzeranno il raggiungimento di questo obiettivo, diminuiranno rispetto all’obiettivo di risultato e di conseguenza saranno maggiormente sotto il nostro controllo: qui troveremo ancora fattori al di fuori del nostro controllo, come le condizioni del campo di gioco, ma la maggior parte dei fattori come la nostra preparazione, il nostro riposo, le nostre condizioni fisiche e le decisioni tecniche, dipenderanno esclusivamente da noi.
Per finire arriviamo all’obiettivo di processo che denota una parte della prestazione in esame che dipende solamente da noi e dalle nostre decisioni (esempio: seguire un determinato regime alimentare). Qui ogni fattore è sotto il nostro controllo e dipende dalle nostre decisioni.
Una volta finito il mio corso di certificazione, ormai parecchi anni fa, volli organizzare un evento territoriale dove all’interno di una sala conferenze del mio comune avrei parlato ad un pubblico di Mental Coaching, per far conoscere la disciplina e per far conoscere me stesso ai potenziali clienti. Mi preparai a fondo e predisposi una presentazione in ppt, acquistai proiettore e telo per presentare le slide, distribuii volantini negli esercizi pubblici del comune e li pubblicai sui social, preparai biglietti da visita e matite con il mio nome. La sala conteneva una quarantina di posti a sedere e non ero certo che sarebbero bastati, mi aspettavo gente in piedi e grande affluenza con la distribuzione di decine di biglietti da visita e matite, oltre ad una prestazione di alto livello da parte mia.
Risultato: nulla di ciò che avevo previsto o quasi si è avverato, una volta iniziata la mia presentazione il pubblico presente comprendeva, oltre a me e al mio Coach, un totale di sei persone! Fallimento totale, sconfitta, oppure no? Il modo di percepire la sconfitta dipende solo da noi.
Quella “sconfitta” era un’occasione d’oro per imparare qualcosa di molto importante, che probabilmente non sarei stato in grado di cogliere senza la preparazione e le capacità che il Mental Coaching mi aveva trasmesso.
Nonostante la quasi totale assenza di pubblico ho mantenuto una ferrea concentrazione su quella che volevo fosse la mia prestazione, mettendo a frutto nel modo migliore la mia preparazione e facendo una presentazione degna dei complimenti del mio Coach, presente all’evento. Oltre a questo, mi sono goduto ogni attimo della mia performance esattamente come se la sala fosse piena o, addirittura, se ogni posto in sala fosse stato occupato, forse non me ne sarei nemmeno accorto tanto ero concentrato durante la prestazione.
Dobbiamo quindi ricordare che la nostra stima personale potrebbe scontrarsi con sconfitte importanti nello sport, nel lavoro o in altri ambiti della vita. La percezione negativa di queste situazioni potrebbe portare a dubbi, sensi di colpa e di inadeguatezza o preoccupazione, che potrebbero prendere il sopravvento, ma non c’è ragione che esistano. Pensa che la sconfitta non sei tu, non ha a che fare con le tue qualità, alcune delle quali possono essere ancora nascoste dentro di te. La sconfitta o un, momentaneo, fallimento non ti definisce come persona: puoi affrontare la sconfitta e crescere grazie ad essa; puoi imparare dall’esperienza e diventare una persona più forte nel tuo campo; puoi diventare una persona migliore e più abile grazie a questo.
Pochi mesi dopo quella prima prestazione, ottenni una sala nelle scuole medie di Noviglio dove avrei potuto replicare la mia presentazione, accanto alla piazza dove si sarebbe svolta la fiera della trebbiatura del settembre novigliese. Quella volta, memore delle lezioni apprese, aggiustai il tiro. Distribuii nuovamente i volantini e feci pubblicità sui social, ma questa volta con la festa già iniziata mi misi a chiamare il pubblico attirandolo verso la sala con un megafono. Ci fu il pieno e ancora una volta con la massima concentrazione feci la mia presentazione in modo ottimale, finii le matite ed i biglietti da visita, mentre il mio Coach, ancora una volta al mio fianco, vendette parecchi dei suoi libri.
Fu un successo, un risultato che ancora oggi io e Alberto spesso ricordiamo con piacere nelle nostre conversazioni.
La differenza tra un fallimento momentaneo e una disfatta totale sta nel nostro atteggiamento. Come scegliamo di reagire fa tutta la differenza. La scelta è solo nostra.