Recensione del volume La neve in fondo al mare di Matteo Bussola edito da Einaudi nel 2024
Di Matteo Noè
In questo libro non si parla espressamente di Coaching o di tecniche, ma leggerlo mi ha fatto pensare molto al fatto che, spesso, noi facciamo fatica a capire “l’altro”, a entrarvi in contatto e di conseguenza ad entravi in contatto. Questa è la storia di un padre, in ospedale con suo figlio adolescente affetto da depressione, che si trova improvvisamente travolto dalla situazione e dalle emozioni che ne conseguono “Siamo Ulisse e Telemaco all’incontrario, il padre che attende il ritorno del figlio squassato dai flutti più pericolosi, quelli delle aspettative disattese, dei sensi di colpa che piegano la schiena, del non sentirsi all’altezza del mondo, del non sentirsi all’altezza di te” P. 6
Dal racconto possiamo imparare quanto importante possa essere cercare di apprezzare gli altri, indipendentemente dal giudizio o da nostre convinzioni, che spesso limitano il campo visivo impedendoci di vedere la realtà. Un’altra lezione che ho potuto leggere tra le righe di questa storia triste, ma allo stesso modo meravigliosa per come ancora una volta l’amore si dimostra potente, è l’impossibilità di controllo sulle altre persone o sulle situazioni, davanti alla quale a volte ci troviamo e come non dobbiamo semplicemente abbandonarci all’accettazione, ma da cui possiamo imparare ad empatizzare e a cogliere ciò che fatichiamo a vedere “Ma la depressione non somiglia ai calcoli renali, e nemmeno alla polmonite o a un glaucoma. Questo l’ho capito. La depressione, se ce l’hai, o l’hai avuta, non significa che puoi comprendere quella di un altro. Al massimo può scattare l’empatia, perché sai come si sta a essere depressi, ma non potrai mai conoscere il modo in cui un’altra persona la vive.” P. 34
Consiglio la lettura di questo libro a chiunque ma a maggior ragione a tutti coloro che hanno figli adolescenti e che si chiedono come poterli capire.