Negli anni 80’ prima del terremoto dell’Irpinia ero una piccola e gioviale bambina, allegra e scapestrata diciamocelo pure, un po’ come Heidi nei suoi cartoni animati, che saltellava, giocherellava e si divertiva nell’aperta campagna.
Figlia di un padre camionista dai valori ferrei e rigidi di un tempo e di una casalinga dal cuore tenero e premuroso ma al contempo carico di paure e responsabilità, mantenevo rapporti soltanto con i familiari i più stretti ed i miei più fidati amici gatti!
La campagna non era all’epoca ben collegata con il paese per cui i rapporti erano diradati nel tempo e conseguentemente il contatto umano più stretto è stato sempre quello con il mio fratellino maggiore, a quei tempi eravamo in due, in seguito, nacque la nostra sorellina ancora oggi piccina per noi.
Dopo il terremoto dell’Irpina ci trasferimmo in un piccolo paesello, evviva! Finalmente eravamo più vicini a quasi tutti i familiari.
Bene, il momento della svolta direte voi!
Invece, anche qui in realtà eravamo abbastanza isolati dal resto del “Mondo” ma la fortuna fu l’inizio delle scuole!
Fortuna!! Temine assai fuori luogo, capii fin da subito che qualcosa non andava in me.
Le maestre erano gentili, premurose, delle mamme chiocce per noi , asciugavano le nostre lacrime e ci aiutavano a sorridere, comunicare con gli altri bambini , ad esprimere la nostra creatività e personalità e a condividere le nostre cose con amore ed armonia .
Mi accorsi ben presto però che la maggior parte dei bambini non si avvicinava a me nonostante la mia immane curiosità, era anche vero che erano i primi approcci per me con degli sconosciuti, ma la mia curiosità vinceva ogni paura!
Con il tempo e con gli anni diventai introversa, non riuscivo a comprendere i motivi che portavano gli altri ad isolarmi ed incomincia a chiudermi nel mio mondo in cui tutto era bellissimo.
Non avevo più voglia di parlare con gli altri e mi rifugiavo nel mio universo parallelo.
Pensavo che fossi io a non essere una brava bambina, a non essere come gli altri e ad avere qualcosa di sbagliato.
Andare a scuola ormai non era più un momento di gioia e condivisione, ma di tristezza e malumore perché sapevo che sarei stata isolata, additata, schernita, derisa …a questo punto, vi chiederete per cosa.
I bambini sono anime innocenti e si dice “children see children do” tradotto “bambini vedono, i bambini fanno” …ed infatti era stato proprio così.
Soffrivo di una patologia congenita, che ormai con gli anni le cure e le giuste amorevoli attenzioni della mia mamma, è regredita e non più evidente come allora.
Nulla di grave, ma purtroppo non sufficientemente conosciuta, questo era il problema.
Avevo una crosta cutanea sulla testa, un po’ come la crosta lattea dei neonati per intenderci, che ricopriva oltre il cuoio capelluto quasi metà della fronte e la mancanza di conoscenza aveva spaventato i genitori, tanto da credere fosse contagiosa e limitare i contatti dei loro figli con me.
Quando seppi le motivazioni caddi nello sconforto più assoluto. Mille domande attanagliavano la mia mente, un circolo vizioso e ridondante:
“Perché proprio a me?” “Cosa ho fatto di male?”
Ma il tempo come ho anticipato aggiustò le cose, la mia mamma ne parlò, la gente si informò e i contatti tornarono alla normalità.
Giusto, alla normalità, ma non per me …ormai IALA TRACTA EST …ormai credevo di non essere apprezzata, di essere additata come quella che.
Una convinzione limitante che mi condizionò in seguito nelle relazioni e nella mia autostima, credevo sempre che gli altri fossero meglio di me, che non fossi in grado di fare le stesse cose nello stesso modo, di non saper eccellere in nulla .
Mascheravo la mia bassa autostima con una falsa fiducia in me, una forte personalità favorita dal temperamento del mio comportamento.
Ogni volta che vedevo qualcuno che era deriso o schernito mi ergevo a paladina della giustizia e mi mettevo contro tutto e tutti per difenderlo …in fondo nessuno mi apprezzava, cosa avevo da perdere? Difendevo chi viveva in quel momento il mio stesso stato d’animo.
Tuttavia, questo mi insegnò un valore importante, schierarsi in difesa dei più deboli ed indifesi.
Non elencherò tutte le situazioni della mia vita che fortificarono queste credenze limitanti ma alcuni passi importanti per giungere a spiegarvi il Cambiamento che mi ha portato ad essere la Marianna di oggi, felice ,mamma , moglie , professionista , fiera e orgogliosa ed amante della vita e della propria famiglia . Ricordo un aneddoto in particolare in cui per la prima volta dopo anni imparai a credere nuovamente in me stessa .
Frequentavo la seconda media e la mia insegnante di letteratura italiana ogni sabato mattina era solita far leggere nell’ora di narrativa (ricordo ancora perfino l’orario della lezione, la terza ora dalle 10.30 alle 11.30) un piccolo passo del libro “IL RAGAZZO CON LA CETRA Dall’Olimpo alle terre degli eroi, alla ricerca degli antichi miti” di Ezio Savio.
Ogni volta mantenevo la testa bassa sperando che non chiamasse me, avrei dovuto leggere dinnanzi a tutti ed io proprio non riuscivo a dare fiato alla mia voce, o meglio, leggevo ma senza anima , senza sentimento , senza rispetto delle più semplici e basilari regole di punteggiatura . Leggevo come un treno in corsa rapida, per finire il prima possibile oppure sillabavo sperando che si stancasse subito di ascoltarmi e passasse ad altro compagno.
Cosa ancor più importante, in classe avevamo un cartellone su cui ogni volta veniva segnato un punteggio da 0 a 10 per la nostra performance.
Per me terrore allo stato puro!! Non solo ero in difficoltà perché al centro dell’attenzione e da introversa era davvero un macigno da digerire, per di più mi attendeva un giudizio, una votazione sulla performance visibile a tutti! Cosa ai miei occhi ancor più grave poiché tutti avrebbero avuto un ulteriore appiglio per deridermi o schernirmi (questo era il pensiero ridondante nella mia mente, il giudizio degli altri!!)
Quel giorno toccò a me!! Paura, tachicardia, sconforto e poi …
All’improvviso, quasi fosse per magia ascoltai una vocina che mi diceva:
“tu puoi farcela, tu sai leggere, con te non c’è nessuno …”
Scrivendo la storia ho ancora in mente la nitida immagine nella mia mente , la precisa visualizzazione della pagina del libro mentre leggevo con amore , passione ed emozione e tutto il contorno ovattato, nessun rumore, nessuna interferenza.
Eravamo solo io, il libro, la mia voce ed un contorno tutto sfocato, quasi un limbo in cui aleggiavo.
All’improvviso:
“Basta Marianna, va bene così!”
Woow! avevo finito il mio turno, un bagno di sudore freddo ma ne era valsa la pena, sul cartellone apparve il mio primo 10!
Avevo ascoltato me stessa, avevo iniziato a riscoprire e credere nelle mie capacità.
Avevo ripreso in mano la mia autostima, il mio primo passo per migliorarmi, per credere nuovamente in me, un primo passo verso la felicità!
Il seguito fu soltanto in salita, un crescendo di relazioni con pochi amici ma basate su valori importanti e condivisi, conobbi nell’adolescenza l’uomo che fortificò ancor di più il mio credo ed i miei valori ma soprattutto alimentò la mia autostima in modo esponenziale
Parallelamente negli gli anni con ricerche e studio ho scoperto, attraverso il mio lavoro, il mondo del Coaching imbattendomi online nel sito di Mental Training Italy.
Ho conosciuto Alberto Biffi che mi ha illuminata su questo universo “sconosciuto” e poi seguita come coach, trainer e mentore. L’incontro della svolta per la mia vita, un incontro che mi ha permesso di riconoscere molte dinamiche innescatesi in modo inconscio ed inconsapevole nel trascorrere degli anni, di capirle, strutturale per utilizzarle nel modo corretto e raggiungere risultai migliori in termini sia di vita professionale che personale.
Ho frequentato così corsi, master con Mental Training Italy ed ottenuto importanti certificazioni riconosciute al livello nazionale ed internazionale ed orgogliosa e grata di far parte in una delle Scuole sorte in Italia per la diffusione di questo fantastico mondo di crescita personale e professionale. Oggi posso affermare che grazie a questo universo da esplorare, continuo a tirar fuori sempre la versione migliore di me stessa aiutando chi si rivolge a me e chi mi sta vicino a fare altrettanto.
Pronti per iniziare anche voi?